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Stemma Prato
Prato – Castello dell'Imperatore – Grazie Italia – Business a tavola – Claudio Messina

Zona originariamente paludosa offrì ospitalità verso i margini per poi unire gli agglomerati vicini e costituire la città di Prato. Nonostante due cinte murarie vennero occupate a più riprese dai fiorentini e dagli spagnoli. Questo spiega anche la cucina di origine povera molto attenta a non sprecare nulla. Un esempio è il pane raffermo che entra in varie ricette.

Qualche esempio di preparazione con il quale togliersi uno sfizio è la schiacciata, focaccia croccante condita con olio d’oliva e sale, la Mortadella di Prato IGP, rispetto a quella di Bologna questa versione è speziata; i primi piatti come la pappa al pomodoro, con pane, olio d’oliva, basilico, aglio e pomodoro; i sedani ripieni, sedano stufato con l’aggiunta di vitello tritato, mortadella, uova, aglio e altri ortaggi, cotto al forno oppure fritto; la bozza pratese, il pane tipico toscano senza sale; i fichi secchi di Carmignano da servire insieme a formaggi e mortadella come antipasto oppure farciti con frutta secca (soprattutto noci) e crema di ricotta per un fine pasto; infine gli immancabili cantucci che caratterizzano un po’ tutta la Toscana. Importante menzionare anche la farina di castagne con la quale è possibile preparare molte pietanze.

I vini di Prato

La tradizione enologica non manca e si esprime attraverso le denominazioni di origine; ecco qualche accenno: Carmignano DOCG, Chianti DOCG, Barco Reale di Carmignano DOC, Colli dell’Etruria Centrale DOC, Colli della Toscana Centrale IGT, Toscano o Toscana IGT, Vin Santo del Chianti DOC.

Arriviamo a Prato per incontrare Francesco Cocci, lasciamo l’auto nel grande parcheggio di Piazza Mercatale e ci avviamo al luogo dell’incontro fissato all’ingresso del Castello dell’Imperatore. La visita sulle mura è bellissima e la visuale è da fotografie. Proseguiamo la passeggiata verso Piazza del Duomo dove, in una via laterale, troviamo il posto in cui ci porta Francesco per l’aperitivo. Ci sediamo e partono le domande.

Francesco, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

10
Si ha più tempo per parlare di business in un ambito meno formale. Quindi si riesce a capire di più del nostro interlocutore. Vengono fuori cose (hobby, passioni, relazioni, …), che non verrebbero fuori sui luoghi di lavoro.

Credi/ritieni esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Idem in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi ecc.

Ordinare un buon vino rosso (Chianti chiaramente) insieme agli amici.

Se dovessi descrivere la tua città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Cantucci (detti biscotti di Mattonella) e Sedani alla pratese

Se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Se prima ho citato i Cantucci, adesso non posso dire il Vinsanto, seguito da Vermut e Alchermes.

Puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Portare subito il pane a tavola, prima di iniziare a mangiare.

Hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Le peschine di Prato. È un classico dolce delle nostre parti, ben imbevuto di alchermes, e ancor più ripieno di crema pasticcera. Una scorza di arancia è il pezzo forte.

Concludiamo con un tuo aneddoto, ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Di incontri a tavola ne faccio tanti e ne ho fatti tanti. È difficile scegliere un momento esatto. Diciamo solo che si, sono convinto che più volte la tavola mi ha portato a raggiungere obiettivi.

Grazie Francesco per il tempo che ci hai dedicato, speriamo di reincontrarti presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Prato

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