Milano piazza duomo

Milano è capitale economica italiana, è stata caratterizzata dalla Borsa Valori e dalla Moda italiana che l’ha adottata come piazza di riferimento internazionale per sfilate e atelier.

Crocevia di scambi ed etnie Milano ha una storia di conquiste ed imperi che si sono susseguiti lasciando tracce evidenti nei monumenti sparsi sulla planimetria romana. Alcuni esempi sono il palazzo Bolagnos, in seguito diventato Palazzo Visconti di Modrone, la fortezza medievale come il Castello Sforzesco e la Basilica Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria, nota come il Duomo di Milano. Sito al centro della città rappresenta il simbolo del capoluogo lombardo oltre ad essere la chiesa più grande d’Italia. Anche Leonardo da Vinci, frequentatore delle corti italiane e straniere, lasciò a Milano diverse opere come l’Ultima Cena e la Vigna che porta il suo nome a lui donata da Ludovico il Moro per il lavoro svolto dal maestro.

Negli anni ’80 Milano, iniziò a fare tendenza con le sue sfilate, gli eventi diurni e notturni e non da meno l’aperitivo simbolo di milanesità, lo Spritz. Anche la Scala con le sue rappresentazioni liriche e il passaggio di importanti rappresentanti del settore ha contribuito all’internazionalizzazione. L’Esposizione Internazionale del 2015, meglio conosciuta come Expo, ha consacrato la città come punto di riferimento mondiale.

La gastronomia a Milano

È stata ed è tutt’ora palcoscenico privilegiato per i prodotti gastronomici ed enologici: dal formaggio Gorgonzola DOP, protagonista principale nel piatto o compagno di tante preparazioni come ad esempio risotti; uno tra tutti il risotto giallo o risotto allo zafferano; ad altri due formaggi come il Taleggio e il Quartirolo entrambi DOP fino a giungere ai salumi come il Salame Brianza DOP o il Salame Cremona IGP, compagni di aperitivi insieme ad olive, crostini, focacce, pizze e pasta.

I piatti simbolo sono sicuramente la cotoletta alla milanese, carne di vitello impanata e fritta rigorosamente nel burro chiarificato servita nelle versioni normali o a orecchia d’elefante (schiacciata e grande), oppure la cassoeula, piatto povero a base di verze e scarti del maiale; l’ossobuco (o geretto), i mondeghili, delle polpette di carne, infine ma non ultimo il dolce simbolo di Milano, il Panettone, oggi rivisto  prodotto lungo tutto lo stivale.

I vini a Milano

La Milano industriale, viaggiatrice del mondo può vantare anche una denominazione di origine nel vino, nella vicina provincia di Lodi, il San Colombano al Lambro DOC. Un vino prodotto con uve chardonnay e pinot nero; di denominazione IGT invece il Collina del Milanese, prodotta da una verdea.

Arrivo a Milano con Alta Velocità alla stazione di Porta Garibaldi, piazza Gae Aulenti, il Bosco Verticale, la Biblioteca degli Alberi, la passeggiata per Brera e alla fine piazza del Duomo. Milano è veramente “un gran Milan”. Appuntamento con Matteo, che gioca in casa, vicino alla statua della piazza, un saluto e ci dirigiamo “in galleria” per il rituale milanese per eccellenza: l’aperitivo. Al tavolo ci aspettano Guido PicozziLuna OrlandoDaniela Antongiovanni e Marco Di Silvio, assieme ai quali ordiniamo da una varietà di aperitivi impressionante e adatta a chiunque.
Qua il “business a tavola” è di casa, quindi partiamo subito con le domande.

Iniziamo da te Luna, da 1 a 10 quanto è utile per te incontrarsi a tavola per fare business? e perché?

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Perché è un utile sconfinamento nel personale. E nel business l’elemento personale, legato a gusti, predisposizioni e idiosincrasie non è affatto marginale.

Marco, credi o ritieni che esistano particolari usi, costumi locali nel relazionarsi a tavola? Anche in momenti più “soft” come le pause caffè, gli aperitivi …

Assolutamente sì. Ogni cultura ha un rituale e conoscerlo fa parte dell’attenzione al nostro interlocutore. L’aperitivo, così come lo stiamo gustando noi fa parte del rituale milanese.
Per uscire dalle porte di casa nostra, ricordo di aver partecipato alla cerimonia del caffè somalo: si inizia da un braciere con carboni ardenti su cui vengono tostati i chicchi verdi di caffè. Una volta tostati lentamente si procede alla macina e poi a versarlo nella brocca contenente acqua bollente, scaldata sempre sui carboni. Nell’attesa che sia pronta l’infusione abbiamo continuato la condivisione attraverso il colloquio.

Daniela, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite il piatto tipico, quale indicheresti? Anche più di uno.

Risotto alla milanese, insalate variegate, ma a Milano si mangia davvero un po’ di tutto … direi che quello che mi piace di questa cucina è la varietà e la sperimentazione.

E Marco aggiunge:

I nostri piatti sono semplici, ma ottimi e famosi un po’ ovunque. Oltre al risotto alla milanese dobbiamo ricordare: bollito, modeghili (polpette), rustin negàa (nodini di vitello), ossobuco, trippa, cassœula, cotoletta, asparagi e uova, panettone, …

Guido, se dovessi descrivere la città dove vivi tramite la bevanda tipica (alcolica o analcolica), quale indicheresti? Anche più di una.

Tra i tanti prodotti, il Punt e Mes e il Fernet sono un pezzo della storia degli aperitivi e dei digestivi d’Italia e sono milanesi al 100%. Mi fa piacere notare come stiano ritornando di moda tra i più giovani, questo sta ad indicare anche che le tradizioni della “Milano da bere” non derivano da un solo prodotto.

Marco, vuoi aggiungere qualcosa?

Barbajada per accompagnare i dolci (cioccolata, caffè latte e zucchero) quasi in disuso.
Cocktail Negroni Sbagliato (con spumante al posto del gin).

Luna, puoi descrivere un rito o un’abitudine relativi alla tavola tipici della tua città?

Mangiare alla svelta. Siamo a Milano, la città che non si ferma mai, che va veloce e dove tutto è tarato per andare svelto. Difficilmente un bar, un buffet o una tavola calda ti faranno aspettare, la varietà dell’offerta è vasta e il tempo di attesa, che è l’unica costante, diventa un metro di misura e di valutazione.

Daniela, hai una ricetta di famiglia, qualcosa che identifica le tue origini e che condivideresti?

Milano è terra di contaminazione per eccellenza, anche e soprattutto a tavola. Io ho origini austriache e porto come ricette da rivedere e integrare alla cultura milanese le lasagne alle verdure e i Tiroler Knoedel.

Guido dicci se ricordi un momento in cui hai fatto delle scelte a tavola che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi oppure al contrario, che ti hanno precluso questa possibilità? Puoi descriverle?

Più che esperienze di business in questo momento mi sovvengono momenti di relazione a tavola. Ricordo che da ragazzo partecipavo con mio padre alle cene dell’Unione Italiana Reduci di Russia. Erano momenti ricolmi di gioia, ricordi e allegria, alla fine delle quali i “vecchi” raccontavano storie pazzesche. Interveniva poi il Presidente che faceva un inno alla vita, al buon cibo, al vino e all’amore.

Grazie Guido, grazie Luna, grazie Daniela e grazie Marco per il tempo che ci avete dedicato, speriamo di reincontrarvi presto.

Di seguito alcuni collegamenti utili per approfondire la conoscenza di Milano

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